
Di Angelo Currò, staff di Porte Aperte in Italia
Che dire, un titolo che colpisce. Se però state pensando a qualche sequenza numerica logica, mi spiace dirvi che non siete sulla retta via.
I numeri indicati compaiono in un articolo inerente al numero degli organi che compongono il corpo umano[1].
Compiuta qualche ricerca sull’argomento dopo aver meditato, nuovamente, il famoso brano paolino contenuto in 1 Corinzi 12 e cercato il modo in cui questo passaggio biblico può essere applicato alla vita della chiesa nel tempo in cui viviamo.
Il primo pensiero è stato: se l’apostolo Paolo avesse scritto oggi quel brano, con le conoscenze mediche e tecniche contemporanee, non avrebbe parlato forse di cellule piuttosto che di membra del corpo?
Non dico questo perché non credo che la Bibbia sia la Parola di Dio ispirata[2], quanto perché ho come l’impressione che il messaggio dell’apostolo Paolo ai Corinzi abbia una portata ben più grande di quella che noi siamo soliti percepire.
Paolo non può scrivere che il singolo membro di chiesa sia corpo, altrimenti la chiesa potrebbe essere composta da un corpo solo. Quindi da un singolo cristiano o singola cristiana. Dunque, non io sono corpo ma noi siamo corpo. Resta da capire quanto è grande questo noi, o voi, di cui parla l’apostolo Paolo. Notevole il modo in cui, nell’economia stilistica utilizzata dall’apostolo nel brano, coloro che usano il pronome personale di prima persona singolare sono presi ad esempio come parti del corpo che non si sentono del corpo. Se il piede dicesse: “siccome io non sono mano, non sono del corpo…”.
Quindi, ribadiamolo: siamo membra. E questo rende la faccenda diversa.
Intanto perché da soli non potremmo formare un corpo completo. Inoltre, avremmo bisogno di altre membra per sussistere.
Veniamo adesso ai numeri del titolo, e chiediamoci: quante membra deve possedere un corpo per essere completo e per poter sussistere ed essere efficiente? Pare una domanda sciocca, fuorviante e magari poco sensata. Ma cerchiamo di riflettere un attimo sulla questione. Se rispondessi a questa domanda fornendo come numero ottanta/cento membra, allora la mia comunità locale è più che bastevole per formare un corpo che riesca a vivere ed essere efficiente.
Se rispondessi che per il corpo servano un migliaio di membra, allora potrei includere le sorelle e i fratelli della mia denominazione o delle comunità che conosco meglio.
Se, invece, pensassi ai trilioni di elementi che compongono un solo corpo, allora la mia visione del corpo di Cristo deve necessariamente allargarsi.
Facciamo discendere qualche altro pensiero, da quanto appena espresso: se io non sono un membro completo, ma una cellula, allora devo rivedere e riconsiderare la mia grandezza, e la percezione che ho di essa. Attenzione, il fatto che io possa essere più piccolo di quanto pensi non significa che abbia perso valore.
Se la mia comunità locale non è il corpo, né un membro completo del corpo, allora la mia comunità, per quanto grande, ha bisogno anche delle altre comunità. Una considerazione pericolosa per l’orgoglio della nostra fede. Siamo spesso portati a ragionare in termini di grandezza, per cui una comunità grande non ha bisogno di una comunità piccola, dato che al suo interno probabilmente si troveranno tutte le risorse per poter svolgere le proprie attività[3].
Eppure, anche una comunità grande, in fine dei conti è pur sempre una cellula che ha sempre bisogno delle altre per formare le membra e per sopravvivere. Anche delle cellule più piccole.
Ecco, in ultima analisi, il pensiero che più di tutti plasma la mia visione del corpo di Cristo e determina il modo in cui cerco di agire nei confronti di questo corpo, di cui anch’io sono parte: bisogna totalmente escludere l’autosufficienza. Noi, in qualità di creature, di essere umani e anche di cristiani, non siamo autosufficienti. Dio, e solo Dio, lo è[4]. Infatti, nell’episodio del pruno ardente, la fiamma può ardere senza che il pruno si consumi perché Dio non ha bisogno della legna per ardere[5]. Non così noi. Questo limite non è un male, né è qualcosa a cui guardare con disprezzo, dato che Dio stesso ha pensato bene di crearci in questa maniera[6].
Teniamo a mente che:
– senza il sostentamento che viene da tutto il corpo, le singole parti muoiono;
– se ci isoliamo dal corpo, moriamo;
– se non svolgiamo la nostra funzione nel corpo, creeremo danni ad altri.
https://www.fedepericolosa.org/5-78-283-315oppure-trilioni/
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