Fridays for a future: salviamo la terra!

Il giorno del “Climate Strike”, ovvero la giornata dello Sciopero Mondiale (Fridays for Future) ha avuto un grande successo anche in Italia, tanto che in diversi comuni, da nord a sud, ci sono stati cortei e manifestazioni varie che hanno avuto una vasta eco di pubblico giovanile e non, sulla scia della sedicenne svedese Greta Thunberg divenuta il simbolo del nuovo movimento ambientalista studentesco: infatti, a seguito dei devastanti incendi dell’estate scorsa in Svezia, questa intraprendente ragazza decise di non frequentare più la scuola sino al giorno delle elezioni politiche del suo paese, per stimolare il governo svedese a occuparsi seriamente dei problemi del clima.

Studenti e giovani di ogni età sono scesi in piazza venerdi scorso in oltre 106 stati del mondo, mentre nel nostro paese le diverse iniziative studentesche hanno visto il plauso del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, entrambi sensibili alla marcia mondiale per “salvare la terra”. Tuttavia, pur se l’iniziativa sia lodevole ed apprezzabile in quanto l’uomo è tenuto a salvaguardare l’ambiente (Genesi 1:28), non è possibile restaurare la terra dai danni prodotti per le variazioni climatiche e ricondurre l’atmosfera alla normalità, tant’è vero che nelle stesse ore in cui sfilavano i cortei, il ciclone Idai flagellava lo Zimbawe e il Mozambico con venti a oltre 200 orari mentre in Indonesia le piogge torrenziali causavano frane e inondazioni, facendo più di settanta vittime. Nell’isola di Lombok, a sudoriente dell’arcipelago, gli smottamenti sono stati generati da due scosse sismiche di media magnitudo che hanno provocato una enorme frana nei pressi della cascata di Tiu, meta turistica affollata di stranieri.

Come si vede, marce e cortei non hanno il potere di riportare il clima indietro poiché le cose andranno a peggiorare, sicchè è fuorviante alimentare false speranze di una meteorologia manovrabile o gestibile dalla mano dell’uomo: difatti, sia le scritture dell’Antico che del Nuovo Testamento predicono in anticipo gli eventi che stiamo vivendo, ragion per cui è meglio fidarsi di Dio piuttosto che delle ipotesi scientifiche. Oltretutto, quanto accade sul pianeta è il frutto della continua e ostinata ribellione alle leggi di Dio, essendo il suolo “maledetto” a motivo della disubbidienza di Adamo ed Eva (Genesi 3:17), ieri, e dell’uomo del terzo millennio, oggi (Deuteronomio 28:18). E quanto scritto si sta realizzando ancora adesso. Probabilmente il lettore storcerà il naso davanti a queste affermazioni o sottovaluterà le profezie bibliche, come accaduto di recente nel corso della trasmissione di Raidue “il popolo sovrano”, laddove si è dato più peso alla visione del climatologo Luca Mercalli piuttosto che a quella evangelica del deputato Cristiano Ceresani: eppure, l’opinione pubblica preferisce accogliere ogni ipotesi di natura tecnica, invece che investigare nelle scritture e dare credito alla parola di Dio. La malvagità, tuttavia, cresce per l’influenza nefasta di Satana che lavora dietro le quinte (Efesini 2:2), ma nessuno fa caso, a ogni modo, che tutti gli impegni e le promesse sottoscritte durante i vari convegni sul clima (Protocollo di Kyoto del 1997, Accordo di Parigi del 2015, marzo 2019 Nairobi, Kenia) non hanno mai ottenuto riscontro pratico, a dimostrazione che non saranno i cortei e gli slogan (abbassiamo i gas serra! proteggiamo il nostro pianeta!) a fermare le variazioni del  clima: forse quando trema la terra, l’uomo può attenuare il sussulto del sottosuolo? Forse quando soffiano i venti di un uragano (Isaia 30:3), l’uomo può bloccare il vortice d’aria? E quando l’Etna esplode, possono i vulcanologi catanesi costruire un enorme tappo di sughero e fermare la lava? E riguardo la siccità e i danni all’agricoltura, ad esempio, verificatisi proprio in Italia in questo primo trimestre del 2019, cosa può fare lo slogan “salviamo la terra” se nessuno si è interrogato per il caldo invernale o le gelate notturne o per il ritorno della neve al nord, mentre al sud tutti son corsi in spiaggia per il sole quasi estivo (27 gradi!) di metà marzo? Secondo la Coldiretti, le perdite della produzione agricola per il caldo/freddo di questo inverno si aggireranno nell’ordine di milioni di euro (Gioele 1:10-12), perciò mi chiedo di quali strumenti efficaci dispone l’uomo moderno per ridurre l’inquinamento atmosferico e “salvare la terra” (.). La terra, invero, resta sotto il controllo sovrano di Dio e Dio sta lasciando fare, per il momento, per far capire al mondo che è tardi per tornare indietro e che il giudizio cadrà inesorabile sugli empi al tempo stabilito (Romani 1:18).

Pertanto, smettiamo di illudere l’opinione pubblica e illuderci con queste iniziative di impatto mediatico ma prive di efficacia, perché non sarà di certo il “Venerdì per il futuro” (Fridays for future) o “sciopero mondiale” che cambierà il clima. La terra godrà di riposo e ristoro solo al tempo del millennio e attraverso la restaurazione di tutte le cose per mano di Cristo.

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com


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