Burkina Faso. «Preferisco morire per la mia fede che abbandonare i cristiani»

I terroristi islamici che hanno trucidato cinque cristiani in chiesa in Burkina Faso avevano dato loro la possibilità di salvarsi: «Convertitevi all’islam». Tutti si sono rifiutati, compreso il pastore protestante 80enne.

«Convertitevi all’islam e avrete salva la vita». È quello che i terroristi islamici che domenica 28 aprile hanno ucciso cinque cristiani nella piccola città di Silgadji, in Burkina Faso, hanno chiesto alle loro vittime prima di ucciderle. Tutti si sono rifiutati di convertirsi e sono stati assassinati a sangue freddo.

«LI HANNO UCCISI UNO A UNO»

Come riferito da testimoni a World Watch Monitor, domenica, intorno all’una di pomeriggio, la funzione era appena finita nella chiesa protestante dove si riuniva la congregazione Assemblee di Dio quando una decina di uomini armati sono arrivati a bordo di motociclette. I terroristi islamici, come riferito da un leader locale, «hanno chiesto ai cristiani di convertirsi, ma il pastore e gli altri che si trovavano fuori dalla chiesa a chiacchierare si sono rifiutati. Gli uomini armati li hanno quindi riuniti sotto un albero, hanno confiscato le loro Bibbie e i cellulari. Poi li hanno chiamati, uno a uno, dietro la chiesa e li hanno uccisi singolarmente».

LA CACCIA AI CRISTIANI

Oltre al pastore protestante Pierre Ouédraogo, 80 anni, sono morti suo figlio, suo cognato e altre due persone. Un sesto cristiano, un insegnante delle elementari, si è miracolosamente salvato. Dopo il massacro, gli islamisti hanno dato fuoco alla chiesa e hanno derubato i cristiani. Gli stessi terroristi, sono tornati nel villaggio di Silgadji il 29 aprile. «Cercavano altri cristiani», rivela una seconda fonte.

Da anni la provincia settentrionale di Soum, dove si trova il villaggio, non è più sicura a causa degli attentati di diversi gruppi islamisti (158 solo l’anno scorso). Anche per questo centinaia di cristiani erano già fuggiti dal villaggio e da quelli circostanti. Il pastore Ouédraogo si era sempre rifiutato di andarsene, spiegando al leader della comunità locale: «Preferisco morire per la mia fede che abbandonare la comunità dove presto servizio da 40 anni».

Leone Grotti | Tempi.it

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