Cina, la potenza mondiale che si erge come nuovo modello. Cosa comporta per il resto del mondo?

Un professore cinese di economia, organico al PCC (Partito Comunista Cinese), ha dichiarato in una conferenza ufficiale che, per merito delle potenze mondiali, Trump è stato messo definitivamente da parte. Fox News, canale televisivo statunitense, ha trovato il video e nel commentarlo ha asserito che la Cina sta orientandosi e proiettandosi sempre più nella cinesizzazione del mondo. Infatti, facendo riferimento alla registrazione, il giornalista americano ha affermato che molti tra i rappresentanti più influenti degli Stati Uniti d’America appoggiano con fervore il Paese comunista. Tra questi maggior rilievo è rivestito da figure di spicco quali Obama, Biden e suo figlio, membri dell’élite tradizionale e politica vicina a Wall Street, che ha un ruolo decisivo nelle dinamiche internazionali.

Sono pochi, infatti, a governare davvero il mondo e ad avere un’influenza tale da poterlo modificare a loro piacimento.

Le dinamiche del Great Reset stanno prendendo forma velocemente in seguito a situazioni e circostanze ad esso favorevole e tutto sembra confluire verso un obiettivo comune: creare un’unica mentalità. Il modello del Paese comunista rispecchia alla perfezione i propositi del Nuovo Ordine Mondiale; la cultura, infatti, si incentra su disciplina, ordine e tecnologia.

Come abbiamo visto, il governo cinese ha sfruttato l’emergenza sanitaria ricorrendo a un’operazione di “soft power”. Secondo quanto affermato dallo scienziato politico Joseph Nye, con questo termine si definisce la capacità di un Paese di influenzare la condotta di altri non facendo ricorso alla propria autorità bensì alla propria cultura, promuovendone i valori su scala globale. Tali iniziative rientrano in una più ampia strategia mirata ad assicurare alla Cina un ruolo egemonico nel tempo. Durante il secolo scorso gli Stati Uniti sono stati in grado di diffondere nel mondo cultura, idee e modelli, arrivando a quella che sappiamo essere stata l’americanizzazione. A oggi, anche se non formalmente, la Cina ha già superato gli USA in termini economici, tecnologici e di sviluppo. Il PIL cinese è altissimo, nonostante nel resto del mondo sia crollato. Inoltre, nel marzo 2019, l’Italia ha aderito alla Nuova Via della Seta, meglio conosciuta come Belt and Road Initiative (BRI). Secondo quanto affermato dalla Banca Mondiale, l’obiettivo della Via della Seta è migliorare la connettività tra i Paesi su scala internazionale. Pechino mira a creare una rete di canali commerciali con l’apparente scopo di implementare la cooperazione economica tra i Paesi che hanno aderito all’iniziativa. Vi sono tuttavia diversi settori strategici come porti, tecnologia e telecomunicazioni che inducono a guardare La Via della Seta sotto un altro aspetto; questa difatti è stata più volte considerata uno strumento volto a estendere il controllo cinese, non solo economico ma anche politico, all’estero; non a caso il progetto in questione è stato definito il gioiello di politica estera del Presidente cinese Xi Jinping.

Recentemente la capitale cinese sta lavorando su un altro ambizioso programma che vede il tramonto del contante in favore del nuovo Yen virtuale. La Banca del Giappone aveva già dichiarato l’intenzione di sperimentare una moneta digitale e adesso le autorità di Tokyo promuovono i pagamenti cashless ed evidenziano l’aumento di produttività dovuto alla transizione tecnologica. Nel tentativo di incentivare l’adozione dei pagamenti con moneta virtuale, più di 30 organizzazioni si sono unite per far sì che tale progetto diventi realtà in tutto in mondo.

Ma la potenza mondiale cinese cinesizza anche e soprattutto le mentalità. La Cina è perfettamente compatibile con i progetti della ristretta cerchia di élite e non andrà contro quanto perseguito dal Nuovo Ordine Mondiale, altrimenti si ritroverebbe ad affrontare importanti conseguenze; infatti, se si dovessero bloccare le consistenti esportazioni cinesi all’estero, il Paese crollerebbe.

Inoltre, il governo cinese ordina l’abolizione delle chiese e controlla il cristianesimo con l’accusa che la religione possa sviare cittadini. La fedeltà, infatti, deve andare solo allo Stato. È proibito parlare del ritorno di Gesù. I cristiani vengono reclusi, torturati e arrestati solo perché si incontrano e pregano. Nonostante le difficoltà, sono circa 80 milioni i cinesi che professano il cristianesimo e la maggior parte di questi movimenti continua a crescere. La Cina, però, sogna di sradicare la religione; secondo il PCC si deve essere devoti solo al proprio Paese, non c’è spazio per Dio. Al fine di raggiungere tale scopo, si è deciso di riscrivere la Bibbia. In questo modo i cittadini vengono “accontentati”, messi a bada, dando loro l’impressione di credere in qualcosa. Nella nuova Bibbia di Stato il Vangelo viene modificato, Gesù è colui che scaglia la pietra e l’insegnamento dell’amore viene meno perché, stando alla religione del dragone, deve essere sempre eseguita la pena ed esercitato il controllo delle masse.

Il governo mondiale persegue degli obiettivi chiari: avere un’unica moneta, un’unica religione, un unico pensiero, e la dittatura cinese risulta essere il modello ideale, quello da imitare.

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