“Io sono venuto per i malati…”

Un pastore, durante una campagna evangelistica, mentre stava predicando in una chiesa grandissima della Bolivia, “Santa Cruz de la Sierra”, come ogni sera, fece l’appello della salvezza: “Chi vuole accettare Gesù Cristo nel suo cuore si alzi e venga qui avanti”. Si avvicinò un uomo ubriaco, talmente inebriato dai fiumi dell’alcool che arrivò avanti barcollando. Tra le risate delle persone lì presenti, arrivò vicino al pulpito mentre piangeva con la testa abbassata, ma si sa che gli ubriachi piangono per qualsiasi cosa. Era tutto sporco, con barba e capelli lunghissimi e unti, tanto da emanare un odore orribile, un fetore da voltastomaco. Le persone che cominciavano a venire avanti, discretamente si allontanavano da lui fino ad isolarlo. Era un vagabondo che viveva per strada, senza mai potersi lavare, che viveva di elemosina e che sprecava i soldi che gli dava la gente per comprarsi da bere; era perennemente ubriaco, distrutto, un peso per la società.

La sera successiva, a fine culto, il pastore fece di nuovo l’appello della salvezza e disse: “Chi è venuto ieri non venga questa sera e lasciamo lo spazio agli altri. Chi vuol venire avanti che venga pure!”. Nonostante questa premessa, l’uomo ubriaco fradicio di alcool fu il primo ad andare verso il pulpito. Le persone iniziarono a ridere di nuovo perché l’uomo barcollava. La prima sera il pastore non si avvicinò perché quell’uomo, nelle sue condizioni, non sarebbe stato in grado di capire nulla. La seconda sera scese dal pulpito e si avvicinò ma l’uomo piangeva solamente. La terza sera il pastore fece l’appello per la salvezza e pensò: “Adesso riappare l’ubriacone!”, invece la terza sera non venne. L’ultimo giorno, il settimo della campagna di evangelizzazione, il pastore fece l’appello per la salvezza e il battesimo in acqua e si fece avanti un uomo. (Molte chiese sono grandissime, infatti questa chiesa era chiamata la Catedrale e hanno la vasca a parte e ci sono battesimi 365 giorni all’anno per chi vuole battezzarsi. In Europa, chiese del genere non esistono). All’appello del pastore per il battesimo, si avvicinò una persona con una camicia bianca, pantaloni di Jeans, con una Bibbia in mano, che piangeva a dirotto. Il pastore fu colpito da queste lacrime, si avvicinò all’uomo e gli disse: “Io ti conosco”, lui alzò la testa e rispose: “Sì pastore, io sono l’ubriaco”. Era profumato, senza barba, capelli corti con il gel ed era sobrio. Cominciarono i battesimi, il pastore se ne andò dietro, nelle varie stanze della chiesa. Molte persone si battezzarono quella sera dopo aver accettato Gesù. Nel corridoio, dietro al pulpito, il pastore incontrò di nuovo questo uomo che continuava a piangere. Il pastore gli chiese il perché di quel pianto e lui rispose: “Piango perché oggi volevo battezzarmi ma mi hanno detto di no”, rispose l’ex alcolista. “Chi ha detto questo?” chiese il pastore- “Un fratello mi ha detto che non posso battezzarmi se la domenica ero ubriaco! Io capisco pastore, io capisco il perché… chi può credere in me? Però se lei conoscesse la mia storia….” – “È qual è la tua storia?!” gli domandò il pastore.

“Avevo 21 anni, sono ingegnere e lavoravo nella più grande impresa minerale della Bolivia, mi sposai con una ragazza di 20 anni e eravamo felici! Al ritorno dalla luna di miele stavo guidando mentre mia moglie dormiva ed ebbi un colpo di sonno, mi addormentai e cademmo in un burrone. Mia moglie, la cosa più cara che avevo, morì. Pastore, io ho ucciso mia moglie.” – “No fratello, è stato un incidente, non è stata colpa tua. Tu non l’hai uccisa!”, gli disse il pastore. “Si, pastore, chi doveva morire ero io e non lei; chi stava guidando ero io, chi si era addormentato ero sempre io; io meritavo di morire e non lei. In quel tempo io non conoscevo Gesù, non conoscevo la Parola di Dio e un uomo senza Cristo cosa può fare al momento della disperazione e del dolore? Iniziai a bere sempre di più, non volevo più vivere. In sei mesi persi il lavoro perché bevevo, ma io non volevo più vivere, la vita per me era diventata insopportabile. Questo che le sto raccontando è accaduto più di 30 anni fa e in questi 30 anni ho dormito per strada e nei cimiteri. Non è passato un solo giorno in cui io non abbia bevuto, sono un alcolizzato, fallito e non mangio. I soldi che guadagno con l’elemosina li uso per bere. Erano 30 anni che non mi lavavo. Il primo giorno che sono entrato qui non era per ascoltare il sermone, ma perché fuori stava piovendo e l’unico posto in cui potevo ripararmi era la chiesa. Anche se la mia mente era annebbiata dall’alcol, io capii tutto quello che lei diceva. Quando fece l’appello della salvezza lei disse: “ci sono due strade, la prima e che ti alzi e vieni avanti e accetti Gesù come tuo personale Salvatore e la seconda strada è tornartene a casa e continuare la vita che hai condotto fino a oggi”. Pastore lei stava equivocando, io avevo solo un cammino da intraprendere, alzarmi e venire avanti. Non avevo una seconda possibilità, non avevo una casa a cui ritornare, né una vita da vivere. La seconda strada per me non esisteva. L’unica cosa da fare era consacrarmi a Gesù Cristo. La seconda sera lei disse che chi era venuto il giorno prima all’appello della salvezza non doveva farlo di nuovo, ma io mi presentai di nuovo e sa perché? Perché la prima sera, quando uscii di qui andai ad ubriacarmi di nuovo, come tutte le sere, ma la seconda sera dopo l’appello, uscii dalla chiesa e non ho più bevuto. Gesù ha fatto un miracolo in me. Io sentii la Sua presenza in me e il bere mi dava il voltastomaco. Oggi dopo 5 giorni, dopo 30 anni di schiavitù da questo vizio, non bevo più e non ho la minima voglia di farlo. Guardi le mie mani, sono ferme, non tremano, solo 6 giorni fa tremavo completamente. Oh, Dio sia lodato!”

Un fratello che stava nel corridoio sentì tutto e cominciò a piangere, poi venne e lo abbracciò; era il fratello che gli aveva impedito di battezzarsi. Gli disse: “Fratello perdonami perché io non conoscevo la tua storia”. Così lo battezzarono quella notte stessa. Cinque anni dopo il pastore ritornò a Santa Cruz, a predicare nella stessa chiesa. Appena entrato, vide un uomo che correva avanti e indietro per la chiesa e dirigeva altri fratelli sul da farsi. Il pastore della chiesa locale gli disse: “Te lo ricordi a quell’uomo?” – “No”, rispose il pastore” – “Quell’uomo è quell’ubriaco che venne all’appello e Dio lo salvò. Adesso è un diacono, ha incontrato una sorella che presto sposerà e ha consacrato la sua vita a Cristo Gesù”.
Un giorno Gesù lo incontrò, ubriaco, sporco che non si lavava, a stento riusciva a camminare, senza vita spirituale, dormiva nei cimiteri ma quel giorno aprì il cuore a Gesù. Gesù entrò nella sua vita, oggi è un uomo realizzato, salvato e strappato dall’inferno.

Dio ti ama, non avere pregiudizi di fronte a tanta gente che sembra la feccia della società, perché Gesù è venuto per loro perché li ama, loro sono le persone malate per il quale Gesù ha lasciato il cielo per morire su di un’infame croce. Amiamo i poveri e non li disprezziamo perché non conosciamo la loro vita. Ricorda tu che leggi: Dio può fare tante cose nella tua vita, ma non può obbligarti ad aprire il tuo cuore. Solo tu lo puoi fare. Dio ci benedica.
Ferrentino La Manna Francesco

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