Darsi fiamme sotto gli occhi indifferenti di passanti

Di qualche giorno fa la notizia riportata dai media, della donna a Crema, tra i 30 e i 40 anni, ospite di una comunità terapeutica psichiatrica che si è cosparsa di liquido incendiario e si è data fuoco mentre i passanti filmavano in un video. Non sono nuove queste tragedie, come non sono nuove le riprese di esse da parte di passanti più intenti a riprendere il “fatto” che a mettere in atto quell’istinto umano che fa propendere per la difesa della vita.

Siamo nel paradosso più assoluto della “notizia”. Cosa fa notizia, il post del video o l’intento di disperazione della donna che si dà fuoco? Da cristiani, se lo siamo, un interrogativo corre d’obbligo; come mai la scena viene ripresa senza soccorrere aiuto? Il cristiano fonda, o almeno dovrebbe, fondare le proprie azioni sul comandamento per eccellenza: «ama il prossimo tuo come te stesso» (Mc12,28-34). Il che implica, a livello di riflessione psicologica, un principio di uguaglianza, di rispetto, di bene per l’altro e per noi. Ed allora se l’accaduto lascia indifferenti le persone, che vedono e filmano lo spegnimento della vita umana, forse vuol dire che inconsciamente siamo tutti già morti dentro ed allora la vita non è un valore, non ha senso è vuota come sostiene il grande psichiatra contemporaneo V. Frankl, che vede l’uomo come un essere diretto verso il “senso”, potendo così affermare: “Ho trovato il senso della mia vita aiutando gli altri a trovare un significato nella loro vita”. (Frankl, V., La sofferenza di una vita senza senso. Psicoterapia per l’uomo di oggi. (2015) Ugo Mursia Editore.

In tempi dove la notizia fa scalpore e non l’uomo della notizia; in tempo di social, dove l’apparire conta più che la persona, in tempo di narcisismo dove conta la cultura del selfie c’è da chiedersi dovè il senso della vita, dell’amore per l’altro, il rispetto della vita, la comprensione della sofferenza? In tempi moderni la fa da padrona l’indifferenza. E nell’indifferenza la vita appare povera e vuota, frustrata con la possibile ricaduta in quello che lo psichiatra Frankl ha definito come “nevrosi noogena”, cioè da mancanza di senso per indicare quello stato di smarrimento conseguente al non trovare un significato alla propria esperienza. La mancanza di senso porta alla perdita dell’identità. Ignari di tutto quanto ci nascondiamo dietro ai post sui social solo per dire “io ci sono” io ho fatto questo” io mi trovo in” ecc… emblematiche metafore del senso di identità perso.

Senza identità non si può fare riferimento al cuore quale sede di emozioni e sentimenti perché insoddisfatto, indaffarato, affamato di apparire (P. Riccardi., Psicoterapia del cuore e beatitudini, ed. Cittadella 2018). A sconfiggere l’indifferenza non è l’io grandioso ma una ritrovata fede nella certezza di sapere di essere tutti figli di Dio.

Pasquale Riccardi D’Alise

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