ESSERE PADRONI DI SE STESSI

Tornati a casa, come il figliol prodigo, dovremmo riprendere dominio su ogni nostro possedimento.

Riconquistare noi stessi è la parola d’ordine… avere cognizione completa dei nostri gesti, del nostro comportamento, governare il pensiero e le azioni e sopratutto comprendere e vivere in modo adeguato la nostra identità spirituale.

Non siamo tornati alla casa paterna per essere nuovamente ricchi di cose del mondo materiale, ma per riappropriarci di quella ricchezza, di quel luogo interiore a cui siamo stati ribelli.

Numeri 33:53 Prenderete possesso del paese e in esso vi stabilirete, perché io ve l’ho dato affinché lo possediate. 54 Dividerete il paese a sorte, secondo le vostre famiglie. A quelle che sono più numerose darete una porzione maggiore e a quelle che sono meno numerose darete una porzione minore. Ognuno possederà quello che gli sarà toccato in sorte; vi spartirete la proprietà secondo le tribù dei vostri padri. 55 Ma se non scacciate d’innanzi a voi gli abitanti del paese, quelli di loro che vi avrete lasciato saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi e vi faranno tribolare nel paese che abiterete. 56 E avverrà che io tratterò voi come mi ero proposto di trattare loro”».

L’impeto della prima ora è quello che ci fa sentire santi, lo zelo potrebbe condurci agli estremi, inducendoci a prendere a “testate” le mura di Gerico anziché assediarle con tenacia finché crollino.

Un albero colmo di foglie potrebbe essere l’immagine giusta per il credente….carico, appariscente, promettente persino, ma poi i frutti sono un altra cosa.

I frutti, sono frutti di pazienza, sono frutti di perseveranza, sono frutti di meditazione, di tolleranza, sono frutti di umiltà.

Accade, se non vi è originalità nel cuore, che il mondo si affacci nuovamente alla finestra, sorridendo scherzoso s’intrufola, e noi quando lo zelo “molla” piano, piano accondiscendiamo nuovamente a costumi non buoni, fermo restando la nostra convinzione a questo punto divenuta religiosa.

Analizzando il passo: “ognuno possederà ciò che gli sarà toccato in sorte” e poi di seguito: “ma se non scacciate d’innanzi a voi gli abitanti del paese, quelli di loro che vi avrete lasciato saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi e vi faranno tribolare nel paese che abiterete.”

Analizzandolo dicevo, interpreterei così la storia: Ho accettato Gesù, ho visto la luce e subito ne sono stato abbagliato, li vi era benessere, pace, gioia. In ogni modo ho voluto difenderla e annunciarla ad altri. Poi lentamente i miei occhi si sono abituati alla luce, lo scintillio, l’effetto abbacinante, scemando ha lasciato una visione meno dirompente, meditabile, ragionante e il quotidiano lemme, lemme ha ripreso posizione.

Il Culto, la preghiera, il vivere in comunione con i fratelli, insomma siamo entrati monotonamente in un altra società, quella dei credenti, dei cristiani… dei Fratelli. Forse un po’ più a modo ma non così limpida come abbiamo creduto inizialmente.

Abbiamo capito che anche in questa nazione la nostra Canaan (la chiesa formale) gli altri accettano i nostri difetti, limiti o pregiudizi, a patto che noi accettiamo i loro ovviamente.

Anche qui come dappertutto ogni cosa ha un prezzo, ci siamo seduti sugli allori di un credo nuovamente formale, ammantato della stessa religiosità di cui abbiamo accusato gli altri.

Come dire che Cristo a forza di frequentare le sinagoghe in cui predicava avesse preso sembianze da fariseo.

Additiamo gli errori dei nostri fratelli è troppo spesso (se non sempre) perdoniamo i nostri errori.

Genesi 10:15 Canaan generò Sidon, suo primogenito, e Chet, 16 e i Gebusei, gli Amorei, i Ghirgasei, 17 gli Ivvei, gli Archei, i Sinei, 18 gli Arvadei, i Semarei e i Camatei. Poi le famiglie dei Cananei si sparsero.

Costoro non sono altro che le nostre pessime posture spirituali, quei demoni, quei difetti, quelle attitudini, alle quali frequentemente torniamo.

Ciò che il Signore ci chiede di scacciarle dal nostro interiore là dov’è il Suo altare.

Davanti a quello che amiamo accettiamo questa convivenza e a motivo di ciò, volontariamente ci prostriamo. Siamo idolatri, idolatri di mille divinità malevole che non lasciano spazio allo Spirito Santo.

A volte non riusciamo a far altro che essere “sacerdoti” dei nostri vizi: li curiamo, li proteggiamo, ma essi indebolendoci spiritualmente favoriscono l’insediarsi di altri demoni.

Mt 12:45 Allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, i quali, entrati, vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa malvagia generazione».

Un peccato… favorirà l’altro: l’adulterio ci condurrà alla menzogna, la menzogna alla paura, la paura genera cattiveria, dalla cattiveria scaturisce l’omicidio è così via, legando sempre di più l’anima nostra non permettendogli, per vergogna, di accostarsi allo Spirito di Dio.

Essere padroni di se stessi (e per se stessi intendo discernere il proprio spirito e assecondarlo) è l’esatto contrario di trattenere ciò che ci piace nella carne.

È il contrario di “coltivare il proprio ego” È il contrario di dire “io sono così e a chi non gli piace…” È perdonare e … NON perdonarsi, è combattere in ogni momento e in ogni modo con lucidità, non aspettando la “manna” dal cielo, ovvero sperando che il Signore faccia le cose per noi ma agendo con determinazione.

L’uomo è un essere ragionato e ragionando può condurre se stesso in una vita migliore… l’anima ascolterà il consiglio dello spirito o quello della carne? L’Apostolo Paolo dice: “con mente rinnovata” la mente rinnovata mi condurrà all’azione corretta.

Ovvero per amare bisogna dimostrare amore, comportarsi con amore, per essere pazienti esercitare pazienza, comportarsi con benevolenza per essere benevoli… e così via e questo a scapito di tutte le circostanze. Non quando ci è facile o quando ci riusciamo, ma quando la mente rinnovata ci dice: questo è il comportamento che Cristo avrebbe tenuto.

Questo è l’insegnamento di Gesù: non la mia volontà Padre; ma la Tua. Ciò significa cristianamente essere padroni di se stessi.

copyright©francescoblaganò 6/2019

Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook