Gesù e il senso di responsabilità personale

Già ho espresso nei miei libri, come Gesù, oltre ad aspetti spirituali, manifestasse operazioni concrete, degne di un profondo psicoterapeuta. Certo non sono queste azioni che possono identificare la figura di Gesù perché Egli è molto più (Riccardi. P, “Ogni vita è una vocazione, per un ritrovato benessere (2014); Parole che trasformano, psicoterapia dal vangelo (2016); Psicoterapia del cuore e Beatitudini (2018). Nel suo compiere i miracoli colpisce un particolare atteggiamento. Demandare alla responsabilità di chi chiede il miracolo. Come ho espresso nell’articolo “Gesù, l’amore, la relazione e il cambiamento del sistema”, in notiziecristiane. Com del 7 giugno 2018. Caratteristico è l’episodio citato da Marco (9, 14-27) in cui i suoi discepoli non guariscono il ragazzo posseduto e solo dopo che “Gesù interrogò il padre” avviene la guarigione del figlio. Come psicologo e psicoterapeuta non sono indifferente all’ottica di Gesù che stimola la guarigione interrogando il padre, come se fosse un’indagine anamnestica per cogliere il senso, il significato e il contesto del sintomo. Tante volte noi vogliamo far cambiare gli altri, tante volte accusiamo il partner, la relazione, i figli senza mai metterci in discussione, e fare un esame della coscienza. Le attenzioni sono sempre rivolte agli altri. In termini di psicologia clinica possiamo definire, questo atteggiamento, come un gioco “del tutta colpa tua” (Berne, E. a che gioco Giochiamo? Ed Bompiani 2000). E’ tutta colpa tua se ho sbagliato, se non faccio bene le cose, se la mia vita non va come dovrebbe ecc…. . Indirettamente, questo atteggiamento, depone a favore di un’irresponsabilità verso se stessi, gli altri e il modo di considerare gli eventi della vita.

Ed è su questa base psicologica che ancora una volta Gesù opera un cambiamento di mentalità nella persona che a lui si rivolge. E’ il caso della donna cananea a cui chiede la guarigione non per se, ma per sua figlia: «In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele». Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». «E’ vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita» (Matteo 15,21-28). Oltre ad elementi di spiritualità, di teologia, di cultura dell’epoca riguardo i cananei, ci soffermiamo sull’azione di Gesù. In un primo momento di non accoglienza, “non gli rivolse neppure la parole”; successivamente l’ammonimento, accusa verso un comportamento non rispettoso degli altri, prendere il pane dei figli. Colpisce come la donna non si senta giudicata, ma accoglie tutto di Gesù, difatti replica ed è proprio il replicare con umiltà, accettazione del suo comportamento, di presa dio coscienza che Gesù coglie la fiducia che ripone in lui. Ed è questa fiducia, la fede, che fa sì che i desideri della donna possano avverarsi. E’ bene che il Cristiano si chieda se è realmente aperto ad accettare di mettersi in discussione, se riconosce con umiltà i suoi errori, se riconosce in Gesù la figura di orientamento per la sua vita. In psicologia parliamo di modelli. E’ un modello Gesù? Ma soprattutto siamo disposti ad essere coerenti? Uno psicoterapeuta conosce il senso dell’essere coerente con le proprie idee, valori e principi. Oggi molto facilmente affermiamo un concetto, un modo di essere e subito dopo facciamo tutt’altro. Come il genitore che volendo insegnare i valori della famiglia, del rispetto si limita a parlarne senza metterli in pratica. Dopo tutto, Gesù chiede all’uomo di essere coerente, semplice e umile per riconoscere di quanta responsabilità abbiamo verso gli altri. E solo a partire da se stessi la si può ottemperare per il bene comune.

Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com

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