Senza troppe lusinghe ma dirette all’anima, queste erano le parole del Figlio di Dio incarnato, Gesù: “NON PECCARE PIÙ, CHÉ NON TI ACCADA DI PEGGIO”. Esse non sono mai state cancellate; e se pure il mondo invecchia queste parole non possono subire alcun mutamento nell’ordine che Dio ha stabilito per la redenzione del peccatore. Il pentimento è sempre assoluto e necessario, se il peccatore DEVE fare la pace con Dio. Infatti, leggiamo in forma confidenziale quello che lo Spirito del Signore comunica per bocca del profeta nel libro di Isaia 27:5: “A meno che non mi si prenda per rifugio, che non si faccia la pace con me, che non si faccia la pace con me”.
Poiché il pentimento non è altro che gettare le armi della ribellione contro a Dio, ovvero, contro la volontà del Padre, contro la Grazia di Gesù, la Guida dello Spirito Santo.
Anche se il pentimento non salva, nessun peccatore è mai stato o mai sarà salvato senza di esso. Siamo concordi nel dire che nessuno tranne Cristo salva, eppure un cuore impenitente non può riceverlo.
Nel richiederci il pentimento, Dio non fa altro che spingere le Sue giuste pretese su di noi. Infatti, leggiamo nell’epistola di Paolo 2Corinzi 7:10: “Perché la tristezza secondo Dio produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c’è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte”.
Dio è infinitamente degno dell’amore, dell’onore e dell’obbedienza sopra ogni cosa o persona. Quando adempiamo a questo servizio, noi contemporaneamente neghiamo al diavolo ogni privilegio. Sia il nostro riconoscimento sia un cambiamento in questa direzione, sono ancora oggi richiesti dalla fede in Cristo Gesù. Dio ci chiama a santificazione che passa attraverso la porta del pentimento!
La nostra disaffezione per Lui e la nostra ribellione contro di Lui, devono essere da noi possedute e messe al bando partendo dai nostri pensieri.
Quindi, il pentimento è una sincera realizzazione di quanto terribilmente abbiamo fallito, forse per tutta una vita, o in una determinata circostanza. Dobbiamo imparare a dare a Dio il suo giusto posto nel nostro cuore e nel nostro cammino quotidiano.
Giovanni Praticó
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