POVERTÀ, IL SEME DELLA VERA RICCHEZZA

Sì! in realtà pensò che essa contenga il seme di ogni ricchezza, sia essa in denaro, in sentimenti, in concetti.

È normale pensare che la ricchezza sia una sorta di esagerazione in quantità di qualcosa, ovvero, più ne hai e più sei ricco.

In realtà capita, che oltre un certo, limite non serve a nulla avere cose.

Ricco è anche associato ad una ideale forma di benessere che per convinzione abbiamo, anche se sappiamo che il possesso delle cose non è in relazione alla felicità e ancor meno alla gioia.

Per esempio: nel avere molto denaro, quella che riteniamo per eccellenza la ” ricchezza”, possiamo notare alcuni limiti. In che senso: arrivati al punto in cui si possono comprare tutte le cose, o comunque cose costosissime, ci imbattiamo in ciò che non si può comprare. La salute per esempio, o una lunga vita, l’amore come la felicità, oppure possediamo già il meglio.

Possiamo avere una quantità enorme di cose ma ne verranno costruite sempre di più nuove, di più tecnologiche o di più lussuose.

Possiamo avere una moglie, dei figli, dei parenti, degli amici, ma non possedere il loro cuore la loro stima o il loro affetto.

IL SENSO DELLE PICCOLE COSE

Avete mai messo da parte gli spiccioli? Il centesimo accumulato diventa un euro, poi diventa cento euro, che poi diventeranno mille euro o un milione. Mano mano che la somma sale il valore da cui è costituita perde senso.

Tutti i centesimi che creano un euro sono importanti, senza di loro non si arriverebbe alla cifra, o no? Ma se possediamo cento o mille euro non facciamo più caso a pochi centesimi… spesso se si tratta di centesimi non vogliamo neanche il resto.

Ciò solo per spiegare il concetto della gioia nelle piccole cose che non è l’accontentarsi. In questo senso considero il centesimo il seme di tutto ciò.

La Bibbia cita nel passo del giovane ricco che egli fu amareggiato alla risposta di Gesù. Il giovane aveva seguito tutti gli insegnamenti, messo in pratica i comandamenti, ma quando Gesù gli disse “dai i tuoi beni ai poveri e poi seguimi” gli si strinse il cuore.

Eppure cercava Dio, cercava Gioia.

Se Gesù avesse detto “dai mille euro ai poveri o diecimila o centomila”…forse, forse lo avrebbe fatto, ma tutto proprio no!

Luca 18:20 Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio; non uccidere; non rubare; non dir falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre». 21 Ed egli rispose: «Tutte queste cose io le ho osservate fin dalla mia gioventù». 22 Gesù, udito questo, gli disse: «Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». 23 Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. 24 Gesù, vedendolo così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio!

L’ESSENZA DELLE COSE

La ricchezza non sta neanche nel averne abbastanza o quanto basta.

Abbastanza per mangiare, abbastanza per fare una bella vacanza. Una moglie o una famiglia c’è l’ho o la mia casa è la più bella del quartiere, mia moglie è più attraente di quella del mio vicino. Insomma chi si accontenta gode!

Come dicevo ogni cosa ha un seme. Così come il centesimo è l’essenza di una grande ricchezza, l’amore è il seme contenuto in un buon rapporto con gli altri, con ciò che ci circonda, ancor più con il coniuge con la famiglia e con i Fratelli in Cristo, dove possiamo darne la prova.

Bisogna avere tanto amore penserete, no! bisogna averlo penso io.

Per averlo bisogna conoscerlo, non provarlo, ma conoscerlo.

Il sentimento che comunemente viviamo gioendo o straziandoci, ciò che chiamiamo usualmente amore, è un coinvolgimento emotivo forte ma l’amore è un concetto molto più grande.

Fatto di rinunce e donazioni è un cambiamento introspettivo teso all’universo, esso si spande verso ogni cosa. Eccellente è proiettarlo verso gli altri chiunque essi siano e in special modo verso il coniuge e la famiglia, ma in genere verso il Creato.

Anche qui il seme è l’essenza, la pura sostanza del concetto ne è la ricchezza, applicabile quante volte vogliamo.

POSSEDERE MOLTE COSE

Alcuni preferisco avere il denaro, potrebbero acquistare molte cose ma il loro morbo è proprio avere il denaro, quindi fanno rinunce incredibili e pur potendosi permettere molte cose ci rinunciano per conservare il denaro.

Altri impoveriscono e vanno in rovina per possedere oggetti. Oggetti molto spesso inutili che servono solo a dare soddisfazione momentanea, a chetare un animo irrequieto, un farmaco o peggio ancora una sorta di droga.

Luca 12:15 Poi disse loro: «State attenti e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, che egli ha la sua vita». 16 E disse loro questa parabola:
«La campagna di un uomo ricco fruttò abbondantemente; 17 egli ragionava così, fra sé: “Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?” E disse: 18 “Questo farò: demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, 19 e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; ripòsati, mangia, bevi, divèrtiti'”. 20 Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” 21 Così è di chi accumula tesori per sé e non è ricco davanti a Dio».

LA VITA ESSENZIALE

Alcune persone abbienti sono in realtà molto povere e alcune persone povere sono più povere di quello che pensano.

Chi vive legato ai propri beni, angosciato dalla loro perdita, o ancora vittima del desiderio di possederne sempre di più (che sia denaro o oggetti) e chi vive in povertà logorato dal desiderio di ” avere ” appartengono (o peggio) sono vittime dello stesso padrone.
Non c’è differenza tra l’essere logorati dal timore di perdere ciò che si ha o frustrati dal desiderio di possedere ciò che non si ha.

La vera ricchezza sta nel disporre totalmente di se stessi, ovvero non stare sotto nessun giogo, non avere alcun tipo di legame.

Meglio, vivere unicamente secondo i precetti del Signore che comunicano vita.
Ovviamente questo è molto più difficile da mettere in pratica quando si hanno molti beni, tuttavia esistono esempi di persone che hanno rinunciato ai beni materiali per vivere in povertà.

Ardere di desiderio per le cose materiali ci pone molto lontano dal Signore e questo non vuole dire che il Signore desideri per noi fame, povertà o miseria (anzi) vuol dire come ho scritto sopra, che Dio, il Signore, desidera che non siamo vincolati a nulla di terreno o spirituale (negativo) per potere entrare nella Sua gioia.

Imparare a vivere senza sofferenza, dell’essenziale, è il più libero modo di vivere possibile, Dio ci ha “dotati” di tutto.

Nella Creazione ha posto il necessario alla nostra vita e alla nostra sopravvivenza è ancora oggi (come sempre) Dio è un Dio che provvede.
Disporre di noi stessi in modo libero (senza legami) ci permette di vivere il nostro tempo cercando il volto del Signore, che è esattamente il gesto d’amore per il quale siamo stati creati è ancora: il senso del sacrificio di Gesù sulla croce.

Luca 12:22 Poi disse ai suoi discepoli: «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vita vostra, di quel che mangerete, né per il corpo, di che vi vestirete; 23 poiché la vita è più del nutrimento e il corpo più del vestito. 24 Osservate i corvi: non seminano, non mietono; non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. E voi, quanto più degli uccelli valete! 25 E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita? 26 Se dunque non potete fare nemmeno ciò che è minimo, perché vi affannate per il resto? 27 Guardate i gigli, come crescono; non faticano e non filano; eppure io vi dico che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu mai vestito come uno di loro.

Certo obietterete: “la vita di oggi non ci permette di fare questo”.

Credo che ad ogni uno di noi sia stata data un’attitudine, una capacità particolare che riconosciuta, sollecitata è sviluppata ci permetta di non essere oppressi dagli impegni dell’attività lavorativa.

Vivendo la nostra vita in relazione al Signore, procurandoci quanto serve senza essere schiavi, senza farne il mezzo della nostra ricchezza per dominare, senza esserne dominati.
Non soccombendo nella rinuncia ma consapevoli che quanto abbiamo è esattamente quanto dobbiamo avere. Che la ricerca ostinata del “di più” non è che un amo per la “cattura” vivremo sgravati dai nostri pesi mondani, liberi.

Tornando al centesimo di prima…potrei con cinque euro preparare il pranzo per me solo, ma con otto preparare il pranzo per due…con dieci apparecchiare per quattro e così via.
Questo è il senso di una comunità che condivide, nessuno ne ebbe troppo, nessuno ne ebbe troppo poco!

Poter offrire ciò che sappiamo fare e ciò che siamo, metterlo a disposizione degli altri e condividerne i frutti, sono certo sia il più alto livello di società o di comunità. Sia essa famiglia, Chiesa, paese, o nazione.

In questi tempi abbiamo creato la povertà e la ricchezza per viverla ed esserne schiavi. una Società che ha bisogno di ciò che gli serve e non di ciò che abbiamo da dare, è una società fine a se stessa.

Essa sperpera i suoi centesimi per sentirsi milionaria e non comprende che mille piccole ricchezze fanno una fortuna.

Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com

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