QUESTO ACCADE NEGLI USA… VERDETTO SALOMONICO?

Il verdetto fuori dal comune che il giudice ha emesso a un piccolo ladro… Un ragazzo di 15 anni è stato sorpreso mentre rubava in un negozio in America. Mentre cercava di scappare il ragazzo ha distrutto  uno scaffale.

Dopo che il giudice ha sentito il caso, ha chiesto al ragazzo: “Hai davvero rubato qualcosa Hai rubato pane e formaggio e hai distrutto lo scaffale?”
Il ragazzo, pieno di vergogna e a testa bassa, rispose: “Sì”.
Giudice: “Perché hai rubato ?”
Ragazzo: “Era necessario”.
Giudice: “Non potevi comprarli invece di rubarli?”
Ragazzo: “Non avevo soldi”
Giudice: “Avresti potuto chiedere dei soldi ai tuoi genitori!”
Ragazzo: “Ho solo mia madre che è a letto ed è malata e non ha un lavoro. Per lei ho rubato pane e formaggio”
Giudice: “Non fai niente, non hai un lavoro?”
Ragazzo: “Ho lavorato in autolavaggio. Mi sono preso un giorno libero per aiutare mia madre e per questo sono stato licenziato”
Giudice: “Non hai cercato altro per lavorare altrove?”

Dopo la fine della conversazione con il ragazzo, il giudice ha annunciato il verdetto: “Rubare, soprattutto, rubare pane, è un crimine vergognoso?  Ed eccoci tutti responsabili di questo crimine. Tutti i presenti in quest’aula oggi, compreso me, sono responsabili di questo crimine. In questo modo, tutti i presenti saranno condannati a una multa di 10 dollari, nessuno uscirà da qui senza che dia 10 dollari.

Il giudice ha tirato fuori un biglietto da $ 10 dalla tasca, ha preso una penna e ha iniziato a scrivere: “…Inoltre, ho imposto una multa di 10000 dollari al proprietario del negozio per aver consegnato il bambino affamato alla polizia. Se la multa non viene pagata entro un’ora, il negozio resterà chiuso.”

Tutte le persone presenti hanno chiesto scusa al ragazzo e gli hanno consegnato tutti 10 $. Il giudice ha lasciato l’aula nascondendo le lacrime. Dopo aver sentito il verdetto, le persone presenti in aula avevano le lacrime agli occhi.

Il giudice ha aggiunto: “Se una persona è sorpresa a rubare pane, tutti i membri di questa comunità, società e paese dovrebbero vergognarsi!” Nella nostra società, nel sistema attuale e presso i nostri tribunali si potrebbe verificare la possibilità di emettere egual verdetto ?

Non occorre volare negli States per costatare le persone sofferenti per la mancanza di cibo. La mappa italiana della fame del 2019 (ultimo report registrato da Coldiretti prima della pandemia) riporta oltre 1,7 milioni di famiglie in condizione d’indigenza, per un numero complessivo di 4,7 milioni d’individui. Ma i dati sono ancor più preoccupanti, difatti, la pandemia per coronavirus negli ultimi mesi ha fatto salire di oltre un milione, i nuovi poveri.

Nel 2020 per effetto della crisi economica e sociale provocata dall’emergenza e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro, furono diverse le persone bisognose che beneficiarono di aiuti alimentari con i fondi Fead distribuiti da associazioni caritatevoli che registrano un aumento anche del 40% delle richieste di aiuto.

Fra i nuovi poveri nel 2020, si annoverano chi ha perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere l’attività, persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, similmente molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Le situazioni di difficoltà sono diffuse lungo tutta la Penisola ma le maggiori criticità si registrano nel Mezzogiorno e si rilevano anche nel Lazio e nella Lombardia, dove più duramente ha colpito l’emergenza sanitaria, secondo gli ultimi dati Fead.

Un’emergenza sociale senza precedenti dal dopoguerra contro la quale si è attivata la solidarietà del popolo italiano che si spende in prima persona per intensificare gli interventi sul piano alimentare alle persone indigenti. Cinque italiani su dieci hanno dichiarato di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno. A beneficiarne sono soprattutto quei nuclei di nuovi poveri “invisibili” che, proprio a causa del repentino peggioramento della propria condizione economica, non sono stati ancora integrati nei circuiti “consolidati” dell’assistenza” o che comunque si chiudono in se stesse mantenendo il segreto sulle proprie condizioni.

L’opinione pubblica toccata profondamente da determinate notizie o immagini, si adopera in campagne di aiuto per stimolare la solidarietà e le donazioni generose contribuiscono ad alleviare la sofferenza di tanti. Ma noi in che modo interagiamo umanamente e cristianamente? Probabilmente non ne siamo coinvolti direttamente tanto quanto nell’incrociare una persona bisognosa per strada, oppure può capitare che un povero bussi alla porta di casa nostra; ciò assume una realtà diversa, non è solo un’immagine, ma siamo responsabilizzati in prima persona.

Non esistono distanza tra noi e lui o lei, ci sentiamo interpellati. La povertà in astratto non consulta, ma fa pensare. Vedere la povertà nella carne di un uomo, di una donna, di un bambino, ci scuote. Non sussistono distanze con il disagiato e quando lo incrociamo qual è la nostra reazione? Giriamo lo sguardo e passiamo oltre? Oppure spendiamo del tempo fermandoci a parlare interessandoci del suo stato?  Ci poniamo la domanda se possiamo accogliere in qualche modo quella persona o cerchiamo di liberarcene al più presto? Forse essa chiede solo il necessario: qualcosa da mangiare e da bere. Pensiamo un momento: alla preghiera insegnataci da Gesù il “Padre nostro”, poniamo attenzione alle parole: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”?   Nella Bibbia, il Salmo 136:25 “Colui che dà il cibo a ogni creatura, perché la sua bontà dura in eterno.  L’esperienza della fame è dura. Ne sa qualcosa chi ha vissuto periodi di guerra o di carestia. Eppure questa esperienza si ripete ogni giorno e convive accanto all’abbondanza e allo spreco.

In Giacomo 2:14 -17 leggiamo: ”A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta“.

C’è sempre qualcuno che ha fame e sete e ha bisogno di noi. Non possiamo delegare nessun altro. Questo povero ha bisogno di noi, del nostro aiuto, del nostro impegno e di buone parole. Siamo tutti coinvolti in questo!

Lella Francese


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