Un miracolo fattibile

fattibileLa breve storia che segue è una storia ispirata, scritta e dedicata da una mamma nata dall’Alto alla sua giovane figlia, in occasione del suo 15° compleanno.
Semplice ed intenso, questo racconto rivela la consapevolezza di chiunque abbia trovato il coraggio di affrontare il passato con i propri sbagli, accettando ed accogliendo l’immagine di sé rivelata dallo sguardo dell’indifeso “ferito”. UN MIRACOLO FATTIBILE è uno specchio interiore dove la consapevolezza di sé coincide con la richiesta di perdono a Dio, agli altri e il perdono di se stessi.

La Verità di un radicato bisogno di perdono voluto, cercato e concesso, che una volta compiuto, produce libertà! A causa di condizioni atmosferiche sfavorevoli e della mancanza di cura e di responsabilità dell’agricoltore, un’ampia e promettente piantagione non produceva altro che raccolti di frutti marci. Anno dopo anno non si riusciva a ricavarne nulla di buono che si potesse mangiare e non c’era di che rallegrarsi.

Poi un giorno di qualche tempo dopo, quell’agricoltore incapace e irresponsabile decise di vendere la sua terra e con essa la piantagione. Vista la pessima resa, la vendette per pochi spiccioli. La vendette ad un Esperto e Buon Signore che, sapendo che l’agricoltore era rimasto senza mezzi di sostentamento, gli offrì di mettersi al suo servizio, e quello accettò con gioia. Lavorando per l’Esperto Signore l’agricoltore non poteva più fare di testa sua, ma seguiva e metteva in pratica le direttive che gli venivano comunicate giornalmente. All’inizio fu molto difficile e faticoso doversi “adeguare”, ma ad ogni modo era felice di lavorare su quella che era stata la sua terra e nella sua piantagione. Sebbene lavorasse con impegno, tuttavia il primo anno non si vide alcun risultato soddisfacente. Così pure il secondo anno.

Il raccolto sembrava non voler venire su. Oltretutto la maggior parte del suo tempo l’agricoltore l’aveva dovuto occupare nei lavori più infami: eliminare le erbacce, tagliare e bruciare rovi e spine, disinfestare dagli insetti e dai pidocchi, raccogliere i rifiuti e spostare i sassi sparsi qua e là sul terreno.

Ma il terzo anno, in primavera, un giorno l’agricoltore colto da stupore corse a casa del suo Buon Signore, ché venisse a vedere:
La piantagione, quella che sembrava perduta e che fino ad allora aveva prodotto solo frutti marci ed immangiabili, ora s’era trasfigurata in un giardino di germogli ed anche i primi piccoli frutti acerbi emanavano già un loro fragrante profumo. Allora, preso dalla commozione, l’agricoltore, dal profondo del suo cuore esclamò: “Povero me! Quanto letame avevo gettato e sparso sul terreno nella speranza di vedere crescere per miracolo qualche cosa di buono nella mia piantagione! Gettavo letame in continuazione e infestavo l’aria con la puzza, facendo piangere i miei poveri figli e disgustando mia moglie. Mi accorgo solo ora che non avevo voglia di faticare per vangare il terreno e testone com’ero mi incaponivo per fare il lavoro come volevo, e non come dovevo. Ma oggi, che guardo le mie mani inesperte e ferite che grondano sudore e gocce di sangue, capisco che solo con tanta dedizione, perseveranza e amore anche ciò che sembra irrimediabilmente perduto, può trasformarsi in un raccolto buono e abbondante. In vita mia, mai prima d’ora avevo capito quanto fosse importante aver coraggio e lavorare con impegno costante ! Grazie Esperto Signore!”

Metti in ordine i tuoi affari di fuori, metti in buono stato i tuoi campi, poi ti fabbricherai la casa. Proverbi 24:27 Dissodatevi un campo nuovo, e non seminate tra le spine! Geremia 4:3 Seminate giustizia, mietete opere oneste, provvedete ad arare . Poiché è ora che cercaste il SIGNORE, il Quale verrebbe ad insegnarvi le vie della giustizia.

Eva Dacella

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