Precisando che il concetto di “santità” non ha nulla a che vedere con la canonizzazione dei defunti tuttora operata nel cattolicesimo nostrano, a molti che si professano cristiani sfugge che la santità è uno dei caratteri salienti della nuova vita o, per meglio dire, della rigenerazione spirituale o nuova nascita (Giovanni 3:3 – 2^ Corinzi 5:17).
Tuttavia, nel corso del cammino cristiano di un peccatore salvato e nato di nuovo spesso si dimentica che questo processo di santificazione/rinnovamento continuo sia della mente che dello spirito dura per tutta la vita terrena, dato che l’unica cosa che non cambia quando si “rinasce” è il corpo fisico: infatti, si trasforma il modo di pensare, lo spirito torna a vivere (prima era morto per l’eredità del peccato adamitico) ma la carne resta identica a quella di prima! Eppure è una triste realtà che a qualsiasi latitudine ci sono credenti che, pur rinati e battezzati in acqua, rimangono prigionieri e inclini verso i precedenti vizi o peccati, probabilmente perché si considera il battesimo da adulti e/o la nuova nascita come il punto di arrivo della nuova vita cristiana, benchè non sia così: nello scorrere della nuova identità in Cristo, siam chiamati a far emergere e prevalere la nuova natura spirituale che, per forza di cose, si troverà sempre in opposizione alla legge carnale (Galati 5:16-17). Malgrado questi avvertimenti solenni, consapevoli che si non si è affatto esenti dall’essere tentati forse più di prima e cadere, le vecchie abitudini non possono avere il sopravvento come in precedenza, anche perchè lo Spirito Santo ci è stato dato non solo per potenziare la nostra testimonianza cristiana ma anche per renderci capaci di vivere come è vissuto Gesù, oltre che per poter resistere alle umane concupiscenze e alle passioni: se Paolo stesso ci esorta a non contristare lo Spirito (Efesini 4:30) e addirittura a non spegnerlo (1^ Tessalonicesi 5:19), ciò vuol dire che lo Spirito Santo può essere messo a tacere laddove prevalgono l’anima e il corpo.
Eppoi, se il rischio che la “scrofa lavata torna a sguazzare nel fango”…, e che “il cane ritorna al suo vomito” non fosse reale, perché la Bibbia ci avverte di questo pericolo? Inoltre, se abbiamo la certezza di “essere seduti nei luoghi celesti con Cristo” (Efesini 2:6) e che la nostra reale e concreta cittadinanza è “celeste” (Filippesi 3:20), pur se siamo quaggiù residenti con diversi stati di cittadinanza (.), come mai le vecchie passioni carnali son dure a morire? Uno dei difetti più evidenti in seno al mondo cristiano è il fumo, poiché fumano cattolici ed evangelici, e questo lo si può constatare prima o dopo una messa in parrocchia o di un culto evangelico: non è raro vedere uomini e donne accendersi una sigaretta dopo aver pregato, lodato e cantato! Ma quel che sta emergendo più in questi tempi è vedere credenti tatuati o con peercing e persino con l’orecchino, a perfetta imitazione delle star del cinema e della musica che, non a caso proprio in quest’epoca, si esibiscono in gran numero col corpo scarabocchiato e variopinti disegni. Dio però ci vuole “santi”, cioè separati dal mondo e apparatati con Lui, giacchè ciascuno deve condurre la propria battaglia personale contro la sua stessa carne, contro il mondo e contro il diavolo, ossia le tre forze che si oppongono al credente. Oltre queste passioni, può accadere di restare ancorati a qualche hobby e/o morbosità varie e piaceri della carne che, se non contrastati efficacemente sin dall’inizio, possono prendere il sopravvento e soggiogarci; di conseguenza, forse per addurre delle giustificazioni a vario titolo, si sente ogni tanto qualcuno affermare che purtroppo “siamo sempre peccatori…”, “non è facile vivere da santi…”, “Dio comunque ci ama così come siamo…” eccetera.
Nessuno dice che la vita cristiana sia semplice, ma Dio ci accetta come siamo all’inizio della nostra conversione, perché poi ci chiama a vivere in santità e responsabilità individuale, per cui il concetto di “salvato sempre” tanto caro nel mondo protestante andrebbe riesaminato: il servo che non aveva la veste bianca, benchè fosse entrato in sala, non fu forse cacciato via (Matteo 22:13)? Cristo, è bene ricordarlo, non ha respinto gli assalti di Satana o resistito alle tentazioni umane approfittando della sua natura divina, ma ha osservato tutti i precetti della Legge senza peccare mai pur rivestendo un corpo fisico uguale al nostro, dandoci l’esempio concreto di come sia possibile vivere da santi qui sulla terra.
Ma nonostante la nostra natura corporale sia debole e limitata, bisogna comunque ricercare la santità giorno dopo giorno, in attesa di raggiungere il traguardo di quella corsa che tutti corriamo per raccogliere, alla fine, la “corona” che ci spetta.
Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com
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