Malgrado siamo ad inizio di luglio e, quindi, in estate, una violenta bomba d’acqua ha colpito ieri il comune di Moena, in Trentino, trasformando le strade in fiumi di acqua e fango che hanno bloccato la cittadina e i numerosi turisti amanti dell’alpinismo, oltremodo presenti in gran numero nelle ridenti Val di Fiemme e di Fassa.
Nonostante le scene siano state davvero apocalittiche, per via delle fiumane e delle frane su tutto il territorio, i media locali hanno commentato il fenomeno dicendo che le strutture ricettive alberghiere non subiranno alcun rallentamento o contraccolpo perché, molto presto, tutto rientrerà nella normalità e le mete turistiche della zona torneranno a riempirsi dei fans della montagna. Dopo il violento nubifragio in Piemonte, 24 ore prima, con Torino in tilt e un morto in un sottopasso allagato, ciò che più interessa all’opinione pubblica è che il brutto tempo sia passato e il maltempo sia finito, piuttosto che riflettere sull’aumento degli eventi estremi anche in Italia. E così, con un nord segnato dal maltempo e un sud caratterizzato da temperature torride che oscillano fra i 30 e i 35 gradi, giunge notizia che l’eruzione del vulcano Agung (Indonesia), entrato in attività la settimana scorsa in Indonesia, non è cessata del tutto perché dal cratere centrale la lava continua a fuoriuscire. L’aeroporto internazionale di Bali, bloccato per vari giorni a causa della nuvola di gas che si è innalzata in cielo, ha ripreso l’attività malgrado nessuno faccia caso che nel primo semestre del 2018 sono ben sei i vulcani risvegliatisi sul globo, compreso l’Agung: il Kadovar (Papua Nuova Guinea), il Kilauea (isole Haway), il Monte Shirane (Giappone), il Mayon (Filippine) e il vulcano Fuego (Guatemala), quello che ha fatto più vittime perché molti son rimasti sepolti dalla “valanga” di lava come avvenne a Pompei nel 70 d.C. Se poi si pensa all’eclissi di Luna del 27 e 28 prossimi, la più lunga secondo gli astronomi (dovrebbe durare 1 ora e 45 minuti), e al transito di Marte che passerà vicino la terra e sarà visibile, troviamo conferma che la terra è sconvolta da fenomeni climatici di vario genere e da “segni” nel cielo eccezionali (Luca 21:25) davanti ai quali, ahimè, la gente si tura le orecchie e si benda gli occhi, benché in futuro molti saranno presi da grande angoscia “per l’attesa delle cose che debbono accadere” (.).
Pertanto, l’alluvione a Moena o a Torino, così come il fuoco dal cielo dei vulcani succitati, non parla soltanto alla popolazione locale che ne sperimenta il dramma ma è un richiamo rivolto all’intera nazione.
Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com
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