Cristo ricchezza maggiore

mosèMosè era divenuto grande. Egli non solo era divenuto grande di età e di persona, ma anche grande d’importanza. Era stato ammaestrato in tutta la sapienza degli egizi, e portava vittorie e conquiste per il regno di Faraone, trovandosi a tal favore di essere un giorno messo a sedere sul trono di Egitto. E proprio mentre egli era grande in ogni maniera che venne alla conoscenza di non essere un egiziano, ma d’appartenere al popolo d’Israele, cui era il popolo di Dio, divenuto schiavo di Egitto.

Mosè non ci pensò per la seconda volta ad abbandonare tutte le cose che gli offriva l’Egitto. Si rifiutò di essere riconosciuto come il figlio della figlia del Faraone, scegliendo piuttosto di essere maltrattato col popolo di Dio, anziché di avere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando egli il vituperio di Cristo, essere una ricchezza, maggiore dei tesori di Egitto.

Sembra una cosa strana. Un uomo che è cresciuto nei palazzi reali di Faraone, ammaestrato in tutta la scienza degli Egizi, cui ha dinanzi a sé delle gloriose prospettive di menare una vita lussuosa a capo di tutta la nazione di Egitto, si rifiuta di appartenere alla razza reale e se ne esce fuori per inserirsi in un popolo di schiavi maltrattati. Ci vuole fede e coraggio d’abbandonare le ricchezze e i piaceri mondani che offre questo mondo, e Mosè meglio di ogni altro uomo, lo fece.

Sì, egli ha lasciato stare le gioie passeggere di questo mondo che gli avrebbero dato per poco tempo godimento di peccato, scegliendo piuttosto di essere afflitto col popolo di Dio, perché guardava alla rimunerazione, cioè, al premio proveniente da Dio stesso. E Dio a sua volta non mancò di premiarlo. Iddio premia ognuno che lascia la vita mondana e peccaminosa per darsi a seguire Cristo. Delle volte il premio non è conseguito subito, ma a suo tempo; il Signore non mancherà di esaudire le sue promesse fattoci in Cristo Gesù, in cui c’è conservata la Vita. Noi godremo con Cristo una Vita gioiosa che non avrà mai fine, basta però che non rinneghiamo la fede in Cristo.

Sapete bene che ora siamo salvati per grazia mediante la fede e siamo figliuoli di Dio, benché quello che saremo in Cristo, non è ancora apparso, ma quando sarà apparso, saremo simile a Lui nella sua gloria e lo vedremo com’Egli è. Ricordiamoci però, che la nostra salvezza contiene un’unica condizione, ed è quella di perseverare nella fede fino alla fine. – Deponiamo dunque il peso delle preoccupazioni, delle ansie e soprattutto del peccato che facilmente ci avvolge e corriamo con perseveranza l’arringo che ci sta dinanzi, riguardando a Cristo, conduttore e perfetto esempio di fede, il quale per la gioia che le ere posto innanzi, sopportò la croce, sprezzando il gran vituperio, per poi sedersi alla destra del trono di Dio.

Cerchiamo dunque di essere imitatori di Mosè, nel ritenere viva la nostra fede, ma soprattutto imitatori di Cristo per sederci con Lui sul suo trono; secondo che Egli disse: “Chi vince, sederà con Me sul Mio trono, come Io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre Mio sul Suo trono”.

Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. La Pace di Cristo vi possegga fino alla fine.

John Colucci – notiziecristiane.com

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