Pace a tutti. Ancora una volta vi presentiamo la testimonianza di un giovane, Luca, che dopo aver lasciato ogni cosa per servire il Signore, è persuaso che niente e nessuno può separarlo dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù.
Mi chiamo Luca, ho vent’anni e sin da bambino frequento la Chiesa Cristiana Evangelica Betania, essendo nato in una famiglia di credenti. Ho sempre seguito la scuola biblica, grazie al supporto costante dei miei genitori i quali mi accompagnavano alle lezioni. Non era per me un peso andarci, anzi, era bello soprattutto per l’impegno che le monitrici mettevano nell’insegnarmi la Parola di Dio, e da quanto mi ricordo, partecipavo attivamente alle lezioni. Un giorno il pastore fece l’appello per chi volesse prendere parte allo studio sul battesimo il sabato pomeriggio ed io iniziai a frequentare le lezioni. I dubbi erano tanti, ma con il passare del tempo svanirono e così alla fine del corso decisi di fare il battesimo.
Fu un bel giorno gioioso per quello che il Signore mise nel mio cuore e oggi più di allora comprendo che un tale desiderio, cioè quello essere battezzato, non poteva che nascere in me solo grazie all’intervento di Dio.
Avevo dodici anni e non ero ancora appieno consapevole delle difficoltà che avrei dovuto affrontare nella mia vita di cristiano. Per un periodo rimasi attaccato al Signore, ma mentre frequentavo le scuole superiori, iniziai a scoprire nuovi divertimenti.
Sapete come iniziai? Ricordo bene che dissi: “Mamma esco a prendere un gelato”.
Non che nell’andare a prendere un gelato ci sia qualcosa di sbagliato, ma non consideravo cosa stavo iniziando a fare: uscire con le persone sbagliate.
Avevo da poco compiuto quattordici anni, le persone con le quali uscivo non facevano niente di “male” (e con questo intendo dire cose come fumare, bere, ecc.), anzi, c’è da dire che non ci ponevamo nemmeno il problema se fosse giusto o sbagliato fare determinate cose. Una sera, mentre aspettavo al solito posto i miei “primi amici”, incontrai per caso un ragazzo della compagnia dei “più grandi” che mi invitò ad uscire con lui. Vi andai e da quel momento iniziai ad alternare le mie uscite un po’ con una compagnia e un po’ con l’altra, fino a quando mi trovai ad uscire solo con i ragazzi più grandi.
Nel frattempo continuavo a frequentare i culti e il Signore nella sua infinita misericordia non smetteva mai di parlare al mio cuore, riprendendomi ed esortandomi con la sua Parola.
Durante quasi tutto il periodo delle scuole superiori rimandai continuamente la decisione di lasciare le compagnie sbagliate e, cosa più importante, di smettere personalmente di fare cose che sapevo che dispiacevano a Dio. Non volevo prendere una decisione ferma, dicevo fra me: “prima o poi cambierò”, o “questa è l’ultima volta”, o “domani lo farò”; pensieri che non erano conformi alla Parola di Dio, perché lo scrittore agli Ebrei dice: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” (Ebrei 3:15).
Dio è il vasaio e Lui mi stava plasmando per farmi cambiare idea, Lui sapeva a cosa ero attaccato e cosa non volevo lasciare. Nel periodo finale delle scuole superiori incominciò a nascere in me il desiderio di leggere la Bibbia, grazie ai costanti inviti del pastore a leggere la Parola di Dio in un anno. All’inizio fu difficile per me, perché non capivo alcune cose, ma non smisi perché ero spinto dalle tante promesse che vi sono scritte.
Dio sa come intervenire nella nostra vita. Egli mi mise in una situazione tale per cui non potevo più rimandare, dovevo prendere una decisione. Non avevo più certezze perché mi resi conto che tutto quello che per me era importante e che mi dava tranquillità era solo un castello di sabbia, allora capii quanto bisogno avevo di Gesù. Dopo aver fatto una buona scelta, vale a dire quella battezzarmi, non avevo ubbidito a quello che è scritto in 1 Corinzi 15:33 “Non v’ingannate; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi“.
Dio può intervenire con durezza, ma lo fa per portarci a ravvedimento. In un primo momento può non essere facile da accettare, ma poi ho compreso che è solo motivo di ringraziamento verso Dio.
Ora sono qui a portare la mia testimonianza perché Dio ha usato i suoi strumenti per farmi restare nei suoi cortili! Le cattive compagnie possono chiamarmi o cercarmi, ma non possono costringermi a fare quello che mi propongono, quindi il mio invito è rivolto a te caro giovane: ascolta la voce di Dio, leggi del continuo la sua Parola per dare sempre di più la tua vita a Gesù, colui che non potrà mai deluderti!
Tratto da: http://www.betaniachiesaevangelica.it/
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