CHI FA DA SE… FA PER SE!

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Tante frazioni di un unico argomento che insieme costituiscono un discorso compiuto che appartiene al pensiero di Dio.

Pensiero o pensieri che nella divisione della chiesa facciamo difficoltà ad interpretare, sappiamo che la divisione non è da Dio, ma l’unità si.

Ognuno di noi, quando “riceve” qualcosa, comprensione o visione, virgole, nell’universo divino, ritiene di essere un po’ speciale, dovrebbe sapere che ciò non è per è stesso ma per la chiesa, a volte crede di avere ricevuto un dono di unico.

Dalla Bibbia sappiamo che Dio si manifestò ad un’asina muta. La bestiola aveva avuto una visione, l’angelo di Dio sul suo cammino che gli sbarrava la strada, cosa che il suo padrone Balaam non percepì., così gli parlò.

Colui che riceve dal Signore pensa in qualche modo di essere scelto per qualcosa di speciale, ma se sapessimo ascoltarci e scambiarci reciprocamente ciò che a ogni uno di noi viene dato, avremmo una visione più ampia di ciò che il Signore dice alla sua chiesa.
Questo ovviamente nell’ordine della Chiesa e sotto il controllo di chi la guida. Il Pastore conduce il gregge e non viceversa.

Spesso con arroganza pensiamo: “Io ho compreso questo ed è così!” tu hai compreso quest’altro ed è cosa, forse …che il tutto non può essere contenuto dalla mente umana? Forse, che il Signore ” istruisce ” a secondo del cammino che ha preparato per ciascuno? Ma se tu mi dai ciò che hai e io farò lo stesso, confrontandolo con amore fraterno, nell’insegnamento pastorale, nella dottrina, verificato nella parola, potremmo allargare la nostra visione.

Forse che le rivelazioni date ai profeti siano ogni una, una cosa a se? O piuttosto un unica visione data a seconda dei tempi e della volontà divina per un unico eccellente fine, la Salvezza del popolo di Dio e degli uomini.

Isaia non era Ezechiele, Geremia non era Daniele, visioni separate “spezzoni” del pensiero di Dio ricevute per essere date al suo popolo a suo tempo.

Frammenti sparsi di un unico eterno concetto: l’amore di Dio per l’uomo.

Sovente sentiamo dire: “Il Signore mi ha detto… il Signore mi ha rivelato… ho compreso” Certamente Dio fa tutto questo, si fa comprendere dagli uomini in modo molto chiaro, a tal punto che l’Apostolo Paolo dice “siamo inescusabili” Queste comprensioni sono separate le une dalle altre? Oppure appartengono ad un unico discorso che Dio in tempi diversi e in modi diversi raccomanda agli uomini attraverso la percezione differente di ciascuno dei suoi servi.

Questo è il concetto basilare in merito alla condivisione fraterna: “se io capisco da zero a uno e tu da due a tre, insieme potremmo aver compreso da zero a tre… un metodo semplice che rende il “corpo” la chiesa, più consapevole della sua unicità.

Questo solo se non si vive la comunità per se stessi, per primeggiare o per ambizione di qualche primato.

Anche in questo abbiamo meravigliosi esempi biblici, la Chiesa primitiva nasce totalmente giudaica poi attraverso la dotazione dello Spirito Santo ai gentili diventa universale.

Immagino ci volle tempo e molti chiarimenti (e sopratutto l’opera dello Spirito Santo) tra Pietro e Paolo. Pietro vedeva da zero a uno Paolo da due a tre… insieme nel Signore videro da zero a tre, il Signore ovviamente ha una visione totale.

Se crediamo di essere infallibili nelle nostre visioni, pensiamo ancora a Simone poi detto Pietro, che disse a Gesù dopo la sua domanda: “e tu chi dici che io sia?” rispose” tu sei il figliol di Dio” e Gesù: “non carne e sangue ti hanno rivelato questo ma lo spirito di Dio” e subito dopo gli dirà (in un altra occasione  che è guidato da uno spirito contrario al Padre.

Possiamo avere una rivelazione, essa illumina per un attimo la nostra comprensione di Dio e questo succede anche ad altri fratelli. Uno scenario futuro si apre ai nostri occhi e sopratutto nel nostro spirito.

È importante comprendere che: se pur abbiamo una rivelazione… non sempre proviene dallo Spirito Santo, potrebbe essere frutto della nostra mente.

Vuole dire anche: che se riceviamo una parola e questa diventa un punto fermo dal quale non siamo capaci di discostarci, non ne riceveremo mai un’altra oppure questa può essere data (piuttosto che a noi) ad un nostro fratello o arrivarci da un profano, o persino da un’asina muta.

Quindi ne va verificata l’autenticità e in seguito accettata.

Ma in altre parole se hai trovato qualcosa a cui aggrapparti nella bufera potrebbe essere la tua ancora di salvezza, ma nel timore di lasciarla potrebbe portarti a fondo.

Cristo si presentò (e lo fa ancora oggi nelle chiese religiose) alla chiesa farisaica con qualcosa di completamente diverso dal pensiero dell’epoca, come avrebbe potuto essere accettato? Compreso? Aggrappati alla legge non cambiarono visione, questo non accadde all’Apostolo Paolo.

La crescita sopratutto quella spirituale sta nel superamento dei limiti Egli steso ci spinge oltre, come allargare la nostra visione se non molliamo mai gli ormeggi?

Succede nel mondo naturale per esempio: un padre crea un’impresa, il figliolo la espanderà, il nipote la farà diventare un’industria.

Questo se i canoni e gli insegnamenti sono quelli corretti, ma senza timore di guardare avanti e sopratutto comprendendo che l’altrui visione se condivisa appartiene a tutto il corpo e sostenuta diventa un elemento di crescita per la Chiesa e per la comunità.

Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com

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