Diluvio a Venezia

Se il diluvio universale (Genesi 7:17-21) può apparire, per gli scettici, una semplice storiella, quanto accaduto di recente da nord a sud della nostra penisola smentisce questa visione: infatti, Venezia completamente allagata, Matera invasa da un fiume di fango ed acqua e la Puglia colpito da due trombe d’aria (una nel Salento e l’altra nel brindisino) dimostrano che la pioggia torrenziale può davvero ricoprire la terra.

La città della famosa laguna paga lo scotto più pesante della perturbazione che ha investito l’Italia in questi giorni, con danni stimati nell’ordine di centinaia di milioni di euro a causa dell’alta marea da record – metri 1,87 – che ha danneggiato barche e vaporetti; l’ultima ondata di acqua alta risale al 1966, cioè ad oltre 50 anni fa! Purtroppo, la mancata entrata in funzione del progetto “Mose”, ossia il complesso di dighe artificiali che dovrebbero bloccare l’acqua alta in caso di emergenza, ha aggravato la situazione, sebbene grossi danni si registrano anche all’interno del teatro La Fenice e della Basilica di San Marco.

A sud, gli eventi accaduti in Puglia e Basilicata non sono stati di minore gravità, dato che Matera – capitale della cultura europea 2019 – ha vissuto una specie di “apocalisse” biblica per via delle strade trasformate in torrenti impetuosi che hanno divelto la pavimentazione in basolato del centro storico, oltre che entrare in negozi, uffici e abitazioni dei piani più bassi. La tromba d’aria sul litorale di Gallipoli ha scaraventato il pontile di Porto Cesareo con tutti i natanti ormeggiati, scagliandolo a centinaia di metri di distanza, mentre a Mesagne (Brindisi) il violento vortice ha sradicato alberi e divelto persino delle inferriate. Ad Altamura (Bari) si registra una vittima, un anziano ottantenne morto per trauma cranico perché colpito dal ramo di un albero del giardino della sua abitazione, ramo spezzatosi per le fortissime raffiche di vento.

Scene da apocalisse, dicono in coro sia i veneti che i pugliesi, ma probabilmente tutta questa gente ignora che stiamo vivendo nell’epoca biblica predetta dai profeti e dagli evangelisti, nonostante sia difficile abituarsi ai c.d. fenomeni estremi: ma come si può “convivere” con degli avvenimenti atmosferici che suscitano angoscia e grande panico fra la popolazione? Nel frattempo la terra continua a essere scossa con violenza su tutto il pianeta, vedi i terremoti degli ultimi sette giorni in Iran (8 novembre, sisma di 5.9), alle Hawaii (11 novembre, 4.9), alle isole Tonga (12 novembre, 6.1), in Guatemala e Perù (13 novembre, entrambi superiori ai 5 gradi) e in Cile (14 novembre, 4.5 di magnitudo), mentre continuano le eruzioni e i risvegli vulcanici da una parte all’altra della terra.

Pertanto, poiché i flagelli apocalittici sono ancora sigillati, gli attuali eventi climatici sono segni premonitori di calamità future certe e sicure, laddove i medesimi fenomeni risuonano come “segnali di avvertimento” per tutti quei credenti che desiderano ardentemente affrettare la venuta del Signore in accordo alla sue promesse (2^ Pietro 3:11-12). Caro lettore, sei tu tra questi?

Salvatore Di Fede

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