Religione? No grazie, la religione uccide… Gesù Salva

Salve, mi chiamo Stefano, vorrei raccontarvi della mia malattia, una malattia rara, visto lo stato clinico che si è evoluto in me; sono quasi cieco con 1/10 da un occhio, ma solo se indosso una lente di +14 gradi, occhi sofferenti non solo di fotofobia, ma anche di non dilatazione della pupilla, quindi del fondo oculare.

Sono affetto da questa malattia da circa 20 anni, ma negli ultimi 2 anni in una maniera devastante; la malattia di Bechet per chi fosse curioso. Ho subito vari interventi tra cui l’ultimo per la cataratta bicoppa che si era creata nell’unico occhio con cui scarsamente vedevo. A causa della stessa malattia e dell’intervento andato male; il cristallino non ha retto e sono stati costretti ad asportarlo, impossibile o con rischi di totale cecità a causa delle molteplici problematiche del mio occhio.

Potrei raccontarvi il mio calvario; per anni mi sono offerto per la ricerca della stessa malattia per aiutare chi come me soffre; malattia che prende anche le ossa avvolte impedendoti anche a stare in piedi; sintomi che ultimamente sono più frequenti…

Ma il vero motivo per cui voglio raccontare la mia storia è che il vero cieco era la persona che ero io prima di conoscere Dio. Sì, Dio non è una religione; vengo da una famiglia religiosa, di evangelici stereotipati; e odiavo le loro regole del tipo: “Questo si fa, questo no”. Mio padre morì all’età di 36 anni io allora ne avevo solo 14. Nella mia vita ho provato di tutto e se dico tutto, è davvero tutto.

Conoscevo le scritture forse meglio della mia stessa famiglia, giacché mio padre era il responsabile, ma ero un ragazzo ribelle. Un giorno mi sentivo stanco molto stanco, meditavo che la mia famiglia alla morte di mio padre doveva aiutarci, sono il più grande di 5 fratelli, ma lui non c’era più. Eppure, mio padre predicava l’amore vantandosi di essere un cristiano evangelico pentecostale; per me era solo rogna.

Quel giorno dissi basta, ero deciso, visto il mio carattere ribelle, e non avendo paura di nulla rubai un mitra, in quel tempo mi chiamavano: “Sodoma e Gomorra”, è dissi: Basta! Non avevo più nulla da perdere, non ero sposato e non avevo figli e, quindi: non avevo proprio nulla da perdere… ma in quel giorno udì, che ci crediate o no, una voce che d’allora non udì mai più; era il Signore che mi disse: “Io ti conobbi sin dal grembo di tua madre… Io di te farò vedere cose grandi. E’ inutile raccontarvi i miracoli che vidi, vedo e sono certo che ne vedrò ancora, sebbene mettessi limiti a un Dio che non né ha.

Oggi sono responsabile di una chiesa Cristiana, dove predico e professo l’amore di Dio, perché Dio è amore! Oggi vedo con nuovi occhi, gli occhi dell’amore. Malato? No lo era prima. Cieco? No lo ero prima.

Vorrei dire a chi conosce Gesù, dal più profondo del cuore… non mollare mai! Ma soprattutto a chi sta pensando di accettare Gesù, di dirgli: “FATTI LE VALIGIE E FAI DELLA MIA VITA LA TUA REGIA”, perché la vita di prima è una bugia, una fregatura o peggio ancora è uno zero.

Con franchezza e umiltà ti dico che accettare Gesù è stata l’unica cosa che rifarei. Forse domani morirò, ma non importa TORNERÒ A CASA. Perché lassù nel cielo c’è la mia casa e rivedrò di nuovo il Signore, ma una cosa rimarrà in me fino all’ultimo giorno della mia vita: AMARE, AMARE e ancora amare… perché DIO È AMORE!

Stefano Abate

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