La beffa di Teheran: il pastore Saeed Abedini è stato condannato a 8 anni di carcere

Arrivano brutte notizie dall’Iran. La moglie Naghmeh ha affermato che: Saeed è stato condannato a 8 anni di carcere per avere attentato alla sicurezza nazionale formando gruppi cristiani in casa. Vi riepiloghiamo brevemente la storia di Saeed.

Saeed Abedini è un giovane pastore evangelico di origini iraniane, ma naturalizzato americano, che ha lasciato l’Islam per convertirsi a Cristo. Il 26 settembre del 2012, nel corso di uno dei tanti viaggi in Iran, è stato arrestato mentre era a casa dei genitori. Le accuse vanno da apostasia ad attività che ha minato la sicurezza nazionale (la fondazione di gruppi cristiani in casa). Il 21 gennaio scorso Saeed è stato interrogato da un giudice, noto come “l’impicca persone” (è particolarmente severo verso gli “apostati”), che si è riservato di precisare le accuse. Sebbene non sia stata pronunciata alcuna sentenza di condanna, la stampa iraniana ha fatto circolare la notizia della “grazia” (“una menzogna grande come una casa”, ha dichiarato la moglie del detenuto). Da mercoledì (giorno della settimana in cui Saeed puntualmente chiama i genitori) non si avevano più notizie di lui. Anche i genitori che, insospettitisi, il giorno dopo si erano recati al famigerato carcere di Evin, le autorità penitenziarie hanno detto di non sapere dove si trovava. Era mistero, dunque, sul trasferimento dal luogo di detenzione, ma da ieri, purtroppo, le autorità iraniane hanno comunicato alla moglie che Saeed è stato condannato a 8 anni di carcere per avere attentato alla sicurezza nazionale formando gruppi cristiani in casa. Del suo caso si occupano l’American Center for Law and Justice di Washington, D.C., che ha lanciato una campagna per la raccolta delle firme, e migliaia di semplici cristiani che stanno organizzando ovunque eventi di preghiera. Tacciono invece le più note organizzazioni di diritti umani, tace la stampa protestante interessata più a bere caffè turco con gli Islamici per promuovere il dialogo che a perorare la causa dei suoi confratelli perseguitati (ma forse, a pensarci bene, le parti non hanno molto in comune sul piano della fede cristiana). Morale della favola: i cristiani perseguitati per la fede sono la minoranza di una minoranza.
Come abbiamo scritto nell’articolo precedente la cosa che noi figli di Dio possiamo fare e pregare per lui. Pregare affinchè non avvenga per Saeed Abedini quel martirio che subirono i figli di Dio quando portavano la Sua parola, come molte volte abbiamo letto nei testi sacri della Bibbia, e che ancor’oggi subiscono i figli di Dio che cercano la Sua faccia e fanno la sua volontà.

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